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Yeats, William Butler.

Poeta e drammaturgo inglese. Cresciuto in una famiglia agiata di religione protestante (il padre era un pittore irlandese, la madre era originaria della Cornovaglia), trascorse la fanciullezza in Irlanda. In tal modo poté penetrarsi dello spirito nazionale irlandese prima di assimilare a Londra svariati elementi delle letterature moderne. Y. fu, infatti, appassionato lettore di Shelley, di Blake, Ibsen, Maeterlinck e di altri importanti autori moderni, che stimolarono e arricchirono la tendenza etnica del suo temperamento in modo da trascendere l'angusta regionalità. Ancora molto giovane, esordì con poesie originali e con alcuni documenti letterari e folcloristici della sua terra, promuovendo, più tardi, un genere poetico e drammatico di schietto carattere irlandese, posto maggiormente in rilievo dal significato universale della sua opera che, nel 1923, gli valse, proprio per tali qualità, l'assegnazione del premio Nobel. Sui suoi primi lavori ebbe certa influenza la sua formazione pittorica, mentre in quelli successivi apparve evidente l'ascendente di certe teorie teosofiche assorbite dalla scrittrice russa Elena Petrovna Blavatskij, attraverso opere quali l'Iside svelata e la Dottrina segreta. La sua simpatia per le dottrine esoteriche e per le sette segrete, si concretizzò nel 1890 con la sua adesione all'Ordine Ermetico dell'Aurora Dorata, una setta guidata da J. Peloda, che si proponeva di far risorgere (inizialmente solo in Francia) l'antica società a carattere mistico-alchimistico dei Rosacroce. La ricca produzione poetica e teatrale di Y., trascurando le opere giovanili, ebbe inizio nel 1889, quando egli pubblicò il poemetto I vagabondaggi di Oisin, fondato sui dialoghi in medioirlandese fra San Patrizio ed Oisin. Dello stesso anno è anche Il vento tra le canne. Le sue liriche successive comprendono: La rosa; Nei sette boschi e L'isola del lago di Innisfree, ispirata al paesaggio e alle tradizioni dell'Irlanda dei grandi miti. Questi lavori uscirono tutti nell'ultimo decennio del XIX secolo. Già dai primi anni del Novecento Y. accennò ad una nuova maniera poetica, mantenendosi tuttavia nell'ambiente leggendario irlandese (Baile and Aillinn, 1903). Altre raccolte di poesie si ispirarono a canzoni e leggende popolari: L'uomo che sognò del paese delle fate e La canzone di Aengus errante. Implicazioni simboliche cominciarono ad apparire nelle sue liriche dopo il 1910, e precisamente nella raccolta I cigni selvatici di Coole (1919), in La torre (1928), in La scala a chiocciola e altre poesie (1933) e anche in Ultime poesie (pubblicate tra il 1936 e il 1939). In tutta l'opera poetica di Y. l'Irlanda è motivo costante: fornisce la materia prediletta che il poeta esprime con una tecnica simbolista e post-simbolista; egli colorisce in modo del tutto personale e inconfondibile, stati d'animo e fantasie intellettuali che rispecchiano l'evoluzione psicologica ed estetica del XIX sec. Importante è anche l'attività di Y. in campo teatrale: con i suoi compagni del Teatro Nazionale Irlandese (fondato nel 1899) egli si sforzò di dare all'Irlanda, prima che questa raggiungesse la propria indipendenza, un'anima unitaria e autonoma, attraverso una sorta di revival delle antiche tradizioni locali, dei miti e delle credenze. Il suo primo dramma, La contessa Cathleen, risale al 1892. Due anni dopo venne rappresentato La terra del desiderio del cuore. In questi primi drammi appare l'influenza di Maeterlinck, di cui Y. era stato lettore appassionato. Al 1902 risale Cathleen ní Houliban e al 1903 Sulla spiaggia di Baile), dramma nel quale è presente l'antico eroe irlandese Cuchulain. Deirdre, ancora di ispirazione leggendaria irlandese, fu rappresentato nel 1907. L'opera di Y. comprende anche numerosi saggi e raccolte di novelle e racconti, sempre di ambiente irlandese. Fra i saggi ricordiamo ldee sopra il bene e sopra il male (1903) e Per Amica Silentia Lunae (1918); fra le raccolte di novelle, ricche di misticismo e di magia, citiamo La rosa segreta (1897), Storie del rosso Hanrachan (1904). Altre opere in prosa sono: Il crepuscolo celtico (1893); Autobiografie (1926); Responsabilità, un volume in cui l'autore preannuncia la sua seconda maniera poetica, quella che fa capo al simbolismo; Una visione (1925), un trattato sul sistema cosmologico ispirato alle facoltà medianiche della moglie, Georgie Hyde-Lees, con la quale aveva condotto numerosi esperimenti sulla scrittura automatica, ispirandosi ai giapponesi (Dublino 1865 - Roquebrune-St.Martin, Francia 1939).